Interventi in seduta plenaria

( Intervento per iscritto alla seduta plenaria del Parlamento Europeo del 15 gennaio 2018 a Strasburgo )

La riforma della Politica comune della pesca, avvenuta nel 2013, ha introdotto le misure tecniche come oggi le conosciamo. È opportuno e coerente, con il percorso avviato, che vengano ridiscusse, sulla base dei risultati raggiunti e rivolgendo un’attenzione particolare al settore, nel suo insieme. La Commissione avrebbe forse dovuto tenere in considerazione le complessità riscontrate dagli operatori, che dell’indotto della pesca, vivono quotidianamente, agendo di conseguenza sulla normativa vigente, che è stata invece mantenuta pressoché immutata e portando così a confusioni normative, durante il processo di adeguamento. D’altro canto, eliminare la rigidità della normativa attuale e favorire una legislazione più evolutiva e adattata al territorio, è certamente un obiettivo auspicato da tempo. Questo progresso dovrà però essere accompagnato da un parallelo rispetto dell’equilibrio, tra le istituzioni dell’Unione, cosicché gli atti delegati non diventino uno strumento per aggirare norme generali, o il ruolo del Parlamento. Per questo i piani pluriennali, restano lo strumento più adatto a promuovere uno sviluppo efficiente del processo di regionalizzazione che stiamo discutendo. In sintesi, aumentarne la flessibilità mediante un approccio adattato alle specificità di ciascun bacino marittimo dell’UE, si rivelerà tanto più essenziale, quanto saremo in grado di adattare il ruolo dell’Unione alle necessità del settore.